L’Osteoporosi è una degenerazione del tessuto osseo caratterizzata da una riduzione della quantità e dal deterioramento della microarchitettura ossea, cui consegue un aumento della fragilità dello scheletro. Questa condizione porta ad un aumentato rischio di frattura (in particolare di vertebre, femore, polso, omero o costole) per traumi anche minimi od addirittura spontanee (le cosiddette fratture “da fragilità”). Osteoporosi: prevenzione, densitometria e algoritmo defracalc79 ne parliamo con la Dott.ssa Marta Risoli esperta in malattie del metabolismo minerale e delle malattie dello scheletro al CEMS.
— Dr.ssa Risoli: Le fratture da fragilità possono comportare gravi conseguenze in termini di perdita di qualità di vita, di disabilità e talora anche di mortalità. Ad esempio per quanto riguarda la frattura di femore la mortalità è del 5% nel periodo immediatamente successivo all’evento e del 15-25% ad un anno; solo il 30-40% dei soggetti torna alle condizioni di vita precedenti alla frattura, mentre nel 20% dei casi vi è perdita della capacità di deambulazione autonoma. Questo comporta anche rilevanti costi sanitari e sociali.
— Dr.ssa Risoli: Sebbene l’Osteoporosi riconosca molteplici cause, la maggior parte dei casi si verifica nelle donne in menopausa. A livello mondiale, 1 donna su 4 e 1 uomo su 8 soffre di osteoporosi dopo i 50 anni. Si stima che in Italia l’osteoporosi colpisca circa 5 milioni di persone, l’80% delle quali sono donne in menopausa. Questi numeri sono destinati a salire, soprattutto in relazione all’aumento dell’aspettativa di vita.
L’osteoporosi è una patologia multifattoriale. Diversi quindi sono i fattori di rischio per fragilità ossea: l’età avanzata, deficit ormonali, lo scarso introito alimentare di calcio, la carenza di vitamina D, l’insufficiente attività fisica, il fumo, l’abuso di alcool, la magrezza, una predisposizione genetica, una serie di comorbilitàche possono predisporre a una fragilità anche in epoca giovanile come nel caso delle malattie di tipo ematologico, reumatico, endocrinologico, gastroenterologico e nefrologico. Ci sono anche alcuni farmaci che provocano fragilità scheletrica, prima di tutto il cortisone ma non solo.
— Dr.ssa Risoli: I pazienti con osteoporosi sono spesso asintomatici sino a che non si verifica una frattura. Per questo l’osteoporosi è definita una “ladra silente”. Una frattura vertebrale ad esempio può determinare un dolore acuto alla colonna, che si accentua con il carico e migliora coricandosi; il dolore dura solitamente alcune settimane, ma può anche persistere e cronicizzare. Spesso le fratture vertebrali sono asintomatiche o il dolore ad esse correlato può essere erroneamente attribuito ad artrosi. Una riduzione dell’altezza, specie se superiore ai 4 cm, può far sospettare la presenza di fratture vertebrali. Fratture multiple delle vertebre possono causare anche cifosi, disturbi respiratori e disturbi gastro-intestinali.
— Dr.ssa Risoli: Dalla prevenzione primaria. Considerato che il picco di massa ossea, la densità minerale massimale si raggiunge intorno ai 25-30 anni è fondamentale una prevenzione primaria che parta dall’infanzia e che perduri nel corso della vita, con uno stile di vita sano e una alimentazione equilibrata, con un adeguato introito in particolare di calcio e lo svolgimento di attività fisica.
— Dr.ssa Risoli: Il calcio è un elemento fondamentale nella struttura dello scheletro, che si può anche chiamare “magazzino” del calcio. Il valore del calcio nel sangue deve risultare entro range ben definiti, in caso contrario viene mobilizzato dall’osso appunto con depauperamento dello stesso, da qui osteoporosi e fragilità scheletrica.
— Dr.ssa Risoli: Per quanto riguarda la diagnosi precoce e quindi la possibilità di una prevenzione secondaria, possibilmente prima che si verifichi una frattura da fragilità, si ricorre in particolare ad un’indagine per valutare la massa ossea chiamata densitometria ossea, un esame non invasivo particolarmente raccomandato nelle donne in postmenopausa, ma talora anche in premenopausa o negli uomini se esistono fattori di rischio per osteoporosi. Il risultato della densitometria ossea è importante per stimare il rischio di frattura da fragilità, ma non è sufficiente per la diagnosi e per decidere l’avvio di una eventuale terapia. Va infatti integrato con la valutazione della storia clinico-anamnestica di ogni singolo paziente per individuare la presenza di eventuali fattori di rischio.
Oggi abbiamo la possibilità di calcolare in una maniera più accurata il rischio di frattura del singolo paziente mediante un algoritmo matematico informatizzato, realizzato con la collaborazione della Sezione di Reumatologia dell’Università di Verona, chiamato DEFRACALC79, che integra il risultato densitometrico con informazioni di tipo anamnestico: ciò consente di stimare il rischio di fratture maggiori da fragilità a 10 anni, di valutare l’indicazione o meno ad un trattamento farmacologico e la eventuale necessità di ricorrere ad uno specialista, il tutto secondo le indicazioni dell’Agenzia Italiana del Farmaco.
— Dr.ssa Risoli: Per l’appunto si sottolinea l’importanza del grado di appropriatezza prescrittiva dei farmaci contro l’osteoporosi, che tiene conto sia del rischio fratturativo che dei dettami della nota prescrittiva AIFA79 (dell’Agenzia Italiana del farmaco). Un recente studio italiano dimostra quanto questo grado di appropriatezza prescrittiva sia comunque elevato presso gli specialisti Italiani che si occupano di questa patologia. Tuttavia l’algoritmo lo sta incrementando ulteriormente, rendendo più rapida e accurata la valutazione e la possibilità di trattare adeguatamente i pazienti affetti da osteoporosi.