
AMBULATORIO INFILTRAZIONI ECO-GUIDATE
La terapia infiltrativa
La terapia infiltrativa nella patologie ortopediche viene utilizzata come procedura per introdurre diverse tipologie di sostanze nel distretto infiammato che sia articolare o tendineo. È possibile iniettare antalgici per il trattamento del dolore, anti-infiammatori per la riduzione dell’infiammazione, acido jaluronico per la visco-supplementazione articolare, fattori di crescita per stimolare la rigenerazione dei tessuti sofferenti.
Sotto il nome di infiltrazioni eco-guidate rientrano dunque tutte le procedure che consentono di somministrare un farmaco ed ottenerne la massima precisione ed efficacia. Tutte le articolazioni possono essere infiltrate in questo modo ed alcune ne traggono un particolare vantaggio. Alcuni distretti sono, per la loro struttura anatomica, accessibili più facilmente (es. il ginocchio) rispetto ad altri che presentano una maggior difficoltà per una precisa esecuzione (es. anca, spalla, rachide). Sono quelle articolazioni più profonde, più difficili da centrare sulla sola base dell’anatomia e magari vicine a strutture nobili da tutelare. La prima articolazione ad essere infiltrata con l’uso dell’ecografia è stata l’anca che presenta tutte le caratteristiche ideali per richiedere un aiuto ecografico. L’infiltrazione eco-guidata dell’anca infatti permette di visualizzare direttamente lo spazio articolare in modo da raggiungerlo con l’ago avendo maggiore precisione evitando le strutture nobili come vasi e nervi che si trovano in profondità.
Si tratta di una tecnica molto affidabile, efficiente e mirata ad introdurre il farmaco nella zona corretta senza dispersione e nello stesso tempo permette di identificare le altre strutture anatomiche adiacenti. È un intervento ambulatoriale eseguito in massima sicurezza rispettando i protocolli di sterilità. Il dolore è assolutamente controllato con anestetici locali e non supera l’intensità di una qualsiasi iniezione intramuscolare.
Le infiltrazioni con antinfiammatori
Gi antinfiammatori utilizzati nelle patologie ortopediche sono spesso i derivati del cortisone che rappresenta, nella gran parte dei casi, l’unica arma efficace per controllare il dolore e l’infiammazione acuta; superata questa fase vengono utilizzate altre sostanze (es. acido jaluronico) per il mantenimento funzionale dell’articolazione nel tempo.
È ormai noto che queste sostanze se utilizzate in modo continuativo nelle articolazioni o nei tendini comportano un danno strutturale irreversibile. Pertanto viene raccomandato l’utilizzo limitato nel trattamento delle patologie infiammatorie acute con dolore molto intenso e in rari casi nel dolore cronico dove non vi è indicazione all’utilizzo di altre sostanze oppure non è possibile un trattamento chirurgico.
Chi può eseguire la terapia infiltrativa?
Fondamentalmente questa terapia è indicata per i pazienti affetti da artrosi nelle fasi iniziale e intermedia. Più la malattia è avanzata e più lo spazio articolare è ristretto e meno si ha giovamento dalla terapia infiltrativa intra-articolare. In questi casi sarà necessario, in base alle limitazioni funzionali e il dolore, valutare l’indicazione al trattamento chirurgico protesico.
La letteratura scientifica internazionale evidenzia i benefici di questo trattamento nei pazienti con artrosi lieve e moderata e la pressoché totale assenza di effetti avversi. Un periodo di tempo di 6-9 mesi di benessere clinico è considerato un buon risultato per questa terapia, però è stato scientificamente provato che circa il 10% dei pazienti risponde poco o nulla a questo trattamento.
Come si esegue la terapia?
La sonda ecografia permette di identificare la sede del problema, lo stato di infiammazione (es. presenza di borsite), le caratteristiche anatomiche e le strutture nobili da tutelare come vasi e nervi. Infatti tramite l’utilizzo della sonda è possibile individuare lo spazio articolare, seguirne esattamente il percorso, l’ingresso dell’ago al suo interno e la diffusione del farmaco iniettato. In questo modo si assicura la completa correttezza del trattamento. L’infiltrazione intra-articolare è un atto di assoluta competenza medica, molto spesso praticato da uno specialista, rispettando ovviamente tutte le norme di sterilità.
Dal momento in cui il paziente si accomoda sul lettino ecografico solitamente vengono impiegati al massimo cinque minuti per impostare il campo sterile mediante telino sterile forato adatto allo scopo, si usa una soluzione iodata o a base di clorexidina per sterilizzare la cute, si posiziona correttamente la sonda ecografica, si introduce un ago delle dimensioni adatte all’articolazione e alla tipologia di farmaco utilizzato, si inietta il farmaco, si estrae l’ago e si medica. Utile a fine proceduta l’applicazione di borsa del ghiaccio. L’intera procedura così descritta viene realizzata all’interno dei 15 minuti alla fine dei quali il paziente potrà riprendere da subito le proprie attività quotidiane evitando sforzi per un giorno.
Per quanto riguarda l’anca, il paziente viene esaminato in posizione supina, con l’anca in intra-rotazione di 15-20° e si procede all’analisi ecografica dell’articolazione coxo-femorale attraverso un accesso parasagittale anteriore, lateralmente ai vasi femorali. La sonda è allineata lungo l’asse del collo femorale, includendo l’acetabolo e la testa femorale, quindi il farmaco viene iniettato e verificato mediante la visualizzazione del fluido (iperecogeno) che si distribuisce lungo il profilo corticale della testa e del collo femorale. Valutando le caratteristiche del paziente e il quadro artrosico, per ottenere nel tempo il livello di miglioramento dei sintomi, vengono normalmente eseguite una o due iniezioni intra-articolari ogni sei mesi.
La terapia infiltrativa eco-guidata articolare e loco-regionale muscolo-scheletrica
“SPALLA DOLOROSA” (sindromi da “conflitto” sottoacromiale, calcificazioni dei tendini della cuffia dei rotatori, borsite, capsulite adesiva, tenosinovite del tendine del capo lungo del bicipite, artrosi gleno-omerali e acromion-claveari, lesioni parziali e complete dell’entesi della cuffia)
- EPICONDILITE – EPITROCLEITE
- MORBO DI DE QUERVAIN (TENOSINOVITE DELL’ABDUTTORE LUNGO, ESTENSORE BREVE DEL I ° DITO MANO)
- RIZARTROSI DEL POLLICE
- SINDROME DEL TUNNEL CARPALE
- CISTI O GANGLIO ARTROGENO DEL POLSO
- DITO A SCATTO (MORBO DI NOTTA)
- NODULI ARTROSICI ED OSTEOARTRITE EROSIVA DELLE MANI
- ALLUCE RIGIDO
- METATARSALGIA
- NEUROMA DI MORTON
- FASCITE PLANTARE
- TENDINOPATIA ACHILLEA
- SPERONE CALCANEARE
- SINDROME DI HAGLUND
- SINDROME DEL SENO DEL TARSO
- SINDROME DEL TUNNEL TARSALE
- JUMPER’S KNEE (TENDINOPATIA ROTULEA ACUTA O CRONICA DEL SALTATORE)
- SINDROME RETTO-ADDUTTORIA (PUBALGIA DEL CALCIATORE)
- ARTROSi dell, DEL GINOCCHIO, CAVIGLIA E MANO
- CISTI PERI-ARTICOLARI
- BORSITE NEI VARI DISTRETTI ARTICOLARI
- DRENAGGIO E TRATTAMENTO DI RACCOLTE INTRA ED EXTRARTICOLARI
- MONO-OLIGOARTRITE ACUTA O CRONICA
- ARTROSI INTER-FACCETTARIA CERVICO-LOMBARE
- ARTROSI SACRO-ILIACA E SACRO-ILEITE IN CORSO DI SPONDILOARTRITI